Aprirsi a Cristo per creare una cultura della fede

Carissime e carissimi,
il martirio non è solo quello del sangue. Questo è un dono di Dio che «rivela nei deboli la sua potenza e dona agli inermi la forza del martirio» (Pre-fazio romano dei Santi Martiri); ma ogni genere di santità, ogni autentica vita spesa nella fede e nella comunione implica il martirio dell’offerta quotidiana di sé a Cristo per il bene di ogni fratello uomo. Anche ai cristiani della nostra generazione è chiesto almeno questo genere di martirio. Dal nostro cuore sgorghi, decisa, la domanda del coraggio dell’animo umile, della testimonianza autentica.
Nel frangente storico di passaggio che siamo chiamati a vivere, forse riusciamo a capire da tanti segni che un’epoca è irrimedialmente finita e ci lascia incerti di fronte al futuro. “Ora che succede?” è il drammatico interrogativo che si impone.
Usciamo ad annunciare Gesù come fecero i primi. Percorriamo con umile franchezza e coraggio le vie del mondo, ricchi solo della quotidiana compagnia di Gesù e della sua Chiesa. Senza pretese, liberi dall’esito: sappiamo che ci muove solo lo Spirito di Colui che ci ha detto: «io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).
Noi vogliamo solo amare e sentire come Cristo e pensare Lui attraverso tutte le circostanze e i rapporti della nostra esistenza per il bene nostro e di tutta la famiglia umana.
Nel Signore Vi saluto e Vi benedico

Angelo Scola Arcivescovo di Milano