Quella mamma coraggio che ha zittito la grancassa mediatica

“Grazie per aver ascoltato l’urlo di disperazione di una madre che non poteva accettare di vedere suo figlio perdersi” ha detto dall’ambone durante la messa funebre. Si rivolge alla guardia di Finanza, che lei ha chiamato, lei e non lo Stato paternalista.

Poi ha proseguito rivolta ai compagni di squadra del figlio: “Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale, che faticare a parlarsi è normale, che andare sempre oltre è normale. Qualcuno vuol soffocarvi”. E ancora: “Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario. Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi. Invece di mandarvi faccine su whatsapp, straordinario è avere il coraggio di dire alla ragazza sei bella invece di nascondersi dietro a frasi preconfezionate”. …

Una mamma coraggio che nel momento più straziante della vita ha tirato fuori il cuore: “Straordinario è avere il coraggio di dire ciò che sapete. Per mio figlio è troppo tardi ma potrebbe non esserlo per molti di voi, fatelo”. “In queste ore ci siamo chiesti perché è successo, ma a cercare i perché ci arrovelliamo. La domanda non è perché, ma come possiamo aiutarci. Fate emergere i vostri problemi”.

Il dramma, però, è che non c’è soluzione a domande che il mondo adulto e dei media non vogliono porsi, dato che lo scetticismo gaio in cui vivono non ha ragioni sufficienti per affrontare il cuore di ragazzi le cui ferite gridano il bisogno di un significato per cui spendersi e anche soffrire. Così si finisce ad offrire loro soluzioni sentimentali (“ascoltate i vostri figli”, “comprendeteli”, “non biasimateli”) che non fanno che incrementare il lassismo relativista in cui sono intrappolati.

È sempre fra i ragazzi che andrebbe cercata la soluzione. Basterebbe leggere la lettera di una sedicenne a un amico apparsa lo scorso maggio sul blog di Costanza Miriano: “Più volte mi hai detto di essere stufo dei soliti discorsi sempre più banali (…) sul “bisogna rispettare tutti indistintamente dal colore della pelle, religione, lingua e bla bla bla”. Come darti torto, ti capisco bene (…)“. Poi per aprire uno squarcio gli comunica che “tu sei amato immensamente, di un Amore così grande da non potertelo nemmeno immaginare. Sei amato sempre, in ogni momento, anche quando prendi 4 in matematica o litighi con un amico“. La giovane gli spiega di averlo capito grazie alla Chiesa che “non è solamente corruzione e pedofilia come ci vogliono far credere. Guarda tutto il bene, la bontà e la bellezza che provengono da essa, ne resterai estasiato. Cerca di ricordarti anche che quel Dio che tu sostieni non aver fatto niente per noi, è “solamente” morto in croce, per me e per te“.

Anche se “so bene come ti senti in certi momenti, quando ti pare tutto senza un vero e proprio senso e vieni sopraffatto da un’apatia violenta. Non puoi rassegnarti a tutto questo. Siamo fatti per combattere certi della Vittoria non della sconfitta. Te ne prego, non credere che non ci sia un motivo per la tua presenza su questa terra. Perché c’è, e tu sei chiamato a fare qualcosa di immensamente grande. Sei più prezioso del gioiello più bello e costoso che possa esistere. Di fronte a Dio anche il valore di tutti i quadri degli Uffizi impallidisce rispetto al tuo (…) ti ho voluto far sapere che conosco Uno che può salvarti la vita. E forse, un giorno, sarai tu a darmi ragione”.

Perché per sopportare il limite quotidiano, c’è bisogno di un per sempre, e di padri e madri che lo vivano ma sopratutto che lo indichino.