San Gaetano

L’oratorio è dedicato a San Gaetano da Thiene (1480-1547). Gaetano ricevette la consacrazione sacerdotale dopo essere stato nominato protonotario ecclesiastico da papa Giulio II. Fece parte della Compagnia del divino amore e nel 1518 abbandonò ogni carica di prestigio per dedicarsi alle opere di misericordia e di pietà. Diresse gli oratori del divino amore sia a Verona sia a Vicenza.
Nel 1520, a Venezia, fondò la Compagnia e l’Ospedale degli incurabili alla Giudecca.
Istituì, inoltre, un nuovo ordine religioso, detto dei Teatini, che ottenne l’approvazione di papa Clemente VII. Coltivò l’amore per lo studio e s’impegnò per la revisione critica e storica della liturgia. Fu canonizzato da papa Clemente X, nel 1671.

Si tratta, senza dubbio, della più recente tra le chiesette di Magnago e il nome stesso del santo cui è dedicata dovrebbe farne fede. È certamente in ogni caso quella in cui, sui documenti, si fa cenno più tardi.
Quest’oratorio (o chiesetta) dovrebbe essere stato costruito nel 1696, pochi anni dopo la canonizzazione del santo, ma fu benedetto solo nel 1741.
Ridotto quasi subito in cattivo stato, fu riparato nel secolo XVIII a spese della Parrocchiale di San Michele Arcangelo.
Nel 1753 la chiesetta consisteva in un’unica navata a forma allungata le cui misure erano: 13 cubiti di lunghezza (circa 7,7 metri), 10 cubiti di larghezza (corrispondenti a circa 5,9 metri) e 19 cubiti d’altezza (circa 11,2 metri).
Il pavimento era in mattoni, le pareti trattate a calce. Un portalino, con base di legno, munito di chiave e chiavistello, introduceva all’interno della chiesetta.
L’oratorio era illuminato da tre finestre: una sulla facciata e due sulle pareti laterali. Tutte le finestre erano dotate d’inferriate e ciò contribuiva a far entrare una luce soffusa all’interno che invitava al raccoglimento ed alla preghiera.
A destra di chi entrava c’era un bacile, infisso nella parete, in cui si conservava l’acqua benedetta, che proveniva dalla Parrocchiale di San Michele.
L’oratorio di San Gaetano aveva, nel 1753, una cappella quadrata alla quale si accedeva salendo un unico gradino. La cappella era lunga 5 cubiti, larga 8, alta 18 ed era illuminata da un’unica lampada d’ottone.
Anche il pavimento della cappella era in mattoni, mentre la volta era dipinta in cemento ben steso.
Gli stipiti dell’altare erano in legno (per contrastare il pericolo delle muffe).
L’altare era lungo circa due metri ed alto e largo circa un metro. La pietra sacra non era inserita nella tavola della sacra mensa ma solo appoggiata su essa ed era fornita di un gradino di marmo su cui si appoggiavano, nelle occasioni più solenni, i candelabri.
Nel 1753 invece del quadro, oggi presente, esistevano in San Gaetano, come nella vicina Santa Maria, e contrariamente a San Martino, decorazioni pittoriche.
L’altare dell’oratorio era, infatti, decorato con l’immagine di San Gaetano che regge un giglio con la mano sinistra. Alla destra ed alla sinistra dell’altare erano raffigurati due angeli. L’angelo a destra esibiva delle spighe, l’angelo a sinistra mostrava invece l’iscrizione:

NOLITE ESSE SOLICITI QUI MANDUCETIS
RESPICITE VOLATILIA COELI
CONSIDERATE LILIA CAMPI

Non siate preoccupati per ciò che mangerete
osservate i volatili del cielo
considerate i gigli del campo