Il campo è il mondo

A partire dall’autunno dello scorso anno ha preso forma la proposta pastorale: “Il campo è il mondo. Vie da percorrere incontro all’umano”. Vorremmo, nonostante i nostri limiti, dare testimonianza che la Chiesa non ha altra ragion d’essere se non l’annunciare a tutti gli uomini Gesù come l’Evangelo dell’umano, cioè come la buona notizia per tutto l’uomo e per tutti gli uomini.
Infatti «non c’è niente e nessuno che possa o debba essere estraneo ai seguaci di Cristo. Tutto e tutti possiamo incontrare, a tutto e a tutti siamo inviati. E questo perché ciascuno di noi, in quanto segnato dalle situazioni della vita comune, è nel mondo. Siamo, ci ha ricordato Papa Francesco, chiamati a promuovere la cultura dell’incontro” (Rio de Janeiro, 27 luglio 2013). Non dobbiamo pertanto costruirci dei recinti separati in cui essere cristiani. È Cristo stesso a porre la sua Chiesa ed i figli del Regno nel campo reale delle circostanze comuni a tutti gli uomini e a tutte le donne».
La Lettera pastorale, che oggi viene resa pubblica, vuole essere un semplice strumento per approfondire anzitutto le numerose esperienze di nuova evangelizzazione già in atto nella nostra diocesi. Per questo essa va letta personalmente e comunitariamente con l’intento di lasciarsi fecondare. E questo anche in considerazione del fatto che la Lettera pastorale è un atto di insegnamento da parte del vescovo e richiede, pertanto, disponibilità ad imparare.
Non è inutile sottolineare che una lettera è tramite di un rapporto che va da persona a persona. In questo caso essa esprime il desiderio dell’Arcivescovo di rivolgersi ad ogni singolo. Sono certo che vorrete farvi carico di questo desiderio. Lo dico anche ai tanti giovani qui convenuti. Sarà poi importante far interagire la Lettera con la pastorale ordinaria, mediante un paragone costante e “critico” con gli ambiti della vita quotidiana propri di tutte le donne e di tutti gli uomini: gli affetti, il lavoro, il riposo, attraversati da quelli della fragilità, della tradizione e della giustizia. Non più bastioni da difendere, ma strade da percorrere incontro all’umano, ci siamo ripetuti in questi mesi.
In questa nuova epoca che si presenta carica di contraddizioni, ma che possiede anche l’affascinante carattere di una nuova avventura, la Chiesa ambrosiana intende mettersi al lavoro in tutti gli ambiti dell’umana esistenza, per edificare, con tutti gli uomini, a partire da una rinnovata vita di fede, un nuovo umanesimo generatore di pace e di vita buona. Per il bene della nostra amata città e non solo.
A Maria nascente, «creatura tutta santa [in cui] rifiorisce il Cielo», affidiamo le nostre persone,la nostra Chiesa e la metropoli tutta di Milano. Amen.

Angelo Scola Arcivescovo di Milano