Tenere accesa la speranza

Carissimi,
Natale è la festa del Dio vicino. Dio, l’Onnipotente e l’Eterno, «È lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa», si è fatto vicino ad ogni uomo. È venuto al mondo nel grembo di una famiglia, come ognuno di noi. Penso che molti di voi, come me, abbiano ancora vivissimo il ricordo della risposta del Papa a Cat Tien, una bimba vietnamita di sei anni che gli chiedeva della sua famiglia. “Eravamo un cuore solo e un’anima sola, con tante esperienze comuni anche in tempi molto difficili. […] E così siamo cresciuti nella certezza che è buono essere un uomo, perché vedevamo che la bontà di Dio si rifletteva nei genitori e nei fratelli” (Benedetto XVI, Festa delle testimonianze, Parco di Bresso, 2 giugno 2012).

Per le famiglie oggi i tempi sono difficili, ma forse è ancora più difficile tenere accesa la speranza, questa indomabile certezza della bontà dell’essere uomini, del disegno buono in cui è inserita la nostra vita e quella del mondo. Incalzati dalle dure prove a cui siamo sottoposti in questo travagliato frangente storico, forse molti sono tentati di lasciarsi cadere le braccia ed indurire il cuore.

Eppure anche quest’anno la Chiesa che è in Milano, nostra madre, attraverso i suoi sacerdoti e i loro collaboratori, vi raggiunge fin sulla soglia di casa per ripetervi l’annuncio: «Non temere, non lasciarti cadere le braccia!» (Sof. 3,16), il tuo Salvatore è vicino.

Ritroviamo allora tutti la semplicità di rivolgerci a Lui, come il padre di quel ragazzo gravemente malato che, saputo dell’arrivo di Gesù, non esitò a portarglielo, invocando: «”Se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci”. Gesù gli disse: “Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede”» (Mc 9,22-23). E, come lui, riconosciamo con lealtà la debolezza della nostra fede: «Credo; aiuta la mia incredulità».

Il mio abbraccio va in modo speciale ai bambini, agli anziani, agli ammalati, a coloro che sono nell’ombra della morte e ai più poveri ed emarginati.

Guardiamo tutti insieme con gli occhi semplici al bimbo di Betlemme come lo guardarono Sua madre e San Giuseppe. Da subito nel nostro cuore rinascerà la certezza che “Dio è vicino” e con essa la vera gioia del Natale.

Tanti auguri. Vi benedico.

Angelo Card. Scola
Arcivescovo