Camminava con loro – Omelia messa d’ingresso don Marco

Un nuovo inizio, una nuova parrocchia, un nuovo cammino, un nuovo segno dell’amore provvidente del Signore che mi ha chiamato e mi ha voluto come suo umile ministro.

I sentimenti che provo quest’oggi sono molteplici e intensi. In principio un sentimento di grande gratitudine per tutto ciò che il Signore ha compiuto nella mia vita fino ad oggi ma anche un grande grazie a tutto coloro che mi hanno accompagnato in questi miei quarant’anni di vita. Un grazie speciale va alla comunità di Settimo Milanese in cui ho trascorso gli ultimi sei anni, alla comunità di Busto Garolfo in cui ho vissuto i miei primi nove anni di ministero e alla comunità di Solaro in cui sono cresciuto.

Non posso inoltre che ringraziare anche i miei famigliari, mia madre che oggi mi accompagna dal cielo, mio padre, e tutti i miei parenti e amici.

Vorrei anche ringraziare don Eugenio che ha vissuto il suo ministero di parroco per trentasei anni e che ora mi ha lasciato il testimone.

Oggi per me è un nuovo inizio, una nuova sfida che il Signore, per mano del nostro Vescovo mi invita a raccogliere. Sono molto contento di poter intraprendere questo cammino insieme a voi e vi chiedo fin da ora di accompagnarmi e sostenermi con la vostra preghiera e la vostra collaborazione.

Pensando a questo momento mi sono venuti in mente molti pensieri che mi piacerebbe condividere con voi; ne ho scelti alcuni che ritengo fondamentali e che mi piacerebbe possano diventare quei punti fermi del mio, ma più in generale, del nostro cammino di Chiesa.

Li ho riletti all’interno di quella bellissima pagina di Vangelo di Luca in cui si narra la vicenda dei due discepoli di Emmaus. Pagina molto densa e significativa che alcuni definiscono un “Vangelo nel Vangelo”. In essa possiamo ritrovare i tratti fondamentali della nostra fede e del nostro essere Chiesa. La buona novella che cambia la vita.

1. CONVERSAVA CON LORO
Primo tratto che vorrei sottolineare e condividere con voi è l’Ascolto della Parola di Dio. La fede nasce dall’ascolto ed è fondamentale ripartire proprio da questo ascolto. Un ascolto attento come Chiesa per intuire come vivere la nostra fede all’interno di questo mondo in grande movimento e cambiamento.

Il nostro vescovo, nella lettera pastorale che ci ha consegnato quest’anno, ha ribadito la centralità dell’ascolto della Parola di Dio all’interno del cammino della Chiesa. Noi vogliamo cogliere questo invito e farlo nostro.

Da anni si dice che è necessaria una nuova evangelizzazione e ritengo che sia l’impegno più importante per gli anni futuri. L’annuncio, parte dall’ascolto e quindi vorrei favorire e incentivare l’ascolto della Parola del Signore a livello personale, famigliare e comunitario.

2. PARTIRONO SENZA INDUGIO
Secondo tratto che vorrei sottolineare è la “Comunione Ecclesiale”. I due discepoli del Vangelo non camminavano soli ma insieme e poi quando incontrarono il Risorto, sentirono il bisogno di tornare di corsa a Gerusalemme per dirlo agli altri discepoli. Si vede in loro questa attenzione alla comunità, al bene dei fratelli. Avevano intuito che la fede non la si vive da soli ma solo all’interno di relazioni autentiche nelle quali si può intravvedere la presenza stessa del Signore.

La sfida della nuova evangelizzazione la si può affrontare solo testimoniando la bellezza del nostro essere Chiesa. La Chiesa è, come dice San Paolo, il Corpo di Cristo fatto da molte membra, diverse tra loro ma tutte importanti e necessarie. La testimonianza di fede passa innanzitutto da come noi sappiamo vivere la comunione nella diversità dei carismi dei singoli.

È innegabile che all’interno della Chiesa ci siano e ci possano essere diversità e differenze, ma queste diversità devono essere una ricchezza e un arricchimento vicendevole.

Le tessere di un puzzle se fossero tutte uguali non si incastrerebbero; devono essere diverse per poter incastrarsi e formare così l’immagine desiderata. Così è anche per la chiesa: anime diverse, sensibilità diverse che sono chiamate a rispettarsi e a completarsi per formare il vero volto di Dio.

Come chiesa di Magnago dobbiamo insieme camminare su questa strada e crescere nella comunione, mantenendo le singolarità di ognuno ma anche incentivando la comunione fraterna. La parrocchia, come dice papa Francesco, è la “Famiglia delle famiglie” in cui le diversità del singolo diventano un bene per tutti. La parrocchia deve quindi essere innanzitutto luogo di comunione.

3. RESTA CON NOI
Terzo tratto che la Parola di Dio ci propone è la “Carità fraterna” che si esprime nella compassione e nella misericordia.

L’invito dei due discepoli al viandante: “Resta con Noi”, è segno della loro compassione e carità. La Parola di Gesù, ascoltata e vissuta negli anni del discepolato li aveva condotti a riconoscere il bisogno del viandante. Era pericoloso viaggiare di notte soli e i due discepoli si preoccupano per il viandante solitario e lo invitano a rimanere con loro.

La carità e l’attenzione nei confronti dei più piccoli e bisognosi è una caratteristica fondamentale dell’essere Chiesa. Anche su questo dobbiamo camminare insieme e crescere. La testimonianza di fede passa attraverso la vita e la vita vissuta che diventa carne.

Tra i piccoli mi piace ricordare innanzitutto i nostri bambini e i nostri ragazzi. Nell’epoca in cui viviamo si parla spesso di “emergenza educativa” e ritengo che la Parrocchia e in modo particolare l’Oratorio, possa avere ancora molto da dire a riguardo. Mi auguro quindi con l’aiuto di tutti di poter far crescere questo luogo educativo facendolo diventare luogo di crescita in cui sentirsi accolti e voluti bene.

Altri piccoli a cui dobbiamo sicuramente guardare sono i malati e i sofferenti. Anche loro devono essere al centro delle nostre attenzioni e delle nostre premure.

Per riuscire a fare tutto questo occorre cogliere la sfida ecclesiale che lo Spirito ci sta suggerendo: vincere il “clericalismo” che si manifesta in tante forme diverse nel nostro essere Chiesa e pensarci sempre più come Chiesa di Comunione in pellegrinaggio verso il Padre, animati e sostenuti dallo Spirito che abita in noi.

4. LO RICONOBBERO ALLO SPEZZARE DEL PANE
Ultima sottolineatura, non per importanza, è la Centralità della Eucarestia e dei Sacramenti. Senza Eucarestia non esisterebbe la Chiesa e non si potrebbe incontrare il Signore.

In queste prime domeniche che ho vissuto qui a Magnago sono stato piacevolmente colpito dalla partecipazione numerosa e attenta di tante persone all’Eucarestia domenicale.  Celebrazioni vissute e preparate molto bene, grazie al contributo di tante persone.

Proseguendo su questa strada dobbiamo continuare a crescere insieme e rimetterci sempre alla scuola dell’Eucarestia.

Concludo invocando l’aiuto e la protezione di Maria, nostra madre, e di San Michele, nostro patrono. Ci possano sempre accompagnare e sostenere in questo cammino che siamo chiamati a compiere insieme.