1710 – 2010: La nostra chiesa compie 300 anni

Quest’anno ricorrono 300 anni dalla costruzione della parte più antica della nostra chiesa.
La precedente chiesa, che era già citata dal 1289 nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, visitata dal cardinale Carlo Borromeo giunto a Magnago il 14 aprile 1570, era stata demolita perché insufficiente alla popolazione e ormai cadente. Nei primi anni del ’700 si cominciò a pensare alla costruzione di una nuova chiesa. Nell’Archivio Parrocchiale si trova un documento redatto durante una visita episcopale nel quale si dice: “… la chiesa è piccola, incapace di contenere tutto il popolo… abbiamo visto i disegni e il materiale che il Vs. Parroco Camillo Besana ha predisposto per la nuova chiesa parrocchiale…”. Camillo Besana fu parroco di Magnago solo per cinque anni, dal 1709 al 1714, quindi si può dedurre che la costruzione della nuova chiesa risalga a quegli anni.
È il 2 giugno 1753, anno della visita pastorale alla nostra parrocchia del cardinale di Milano Giuseppe Pozzobonelli, che si ha l’ufficializzazione della data di costruzione. Infatti nel documento stilato durante la visita, depositato nell’Archivio Storico Diocesano di Milano, si legge: Questo Tempio situato in luogo visibile a tutti e dedicato a San Michele Arcangelo fu costruito nel 1710. Ha una sola navata a forma di croce allungata la cui lunghezza è di circa 43 cubiti, larghezza di circa 19 e l’altezza di circa 34. (metri 19x8x14, lunga poco più della metà dell’attuale chiesa e larga quanto la navata centrale). L’originario nucleo settecentesco corrisponde oggi a quella porzione di chiesa sottostante la prima cupola all’entrata, quella raffigurante la “Gloria di San Gaetano”.
A sinistra di chi entrava in chiesa, addossato alla facciata, era eretto un campanile quadrato con un orologio e tre campane. Nella Cappella Maggiore (il presbiterio) l’altare era quello ancora oggi esistente, ed era costituito dal tabernacolo e da due gradini di marmo che sorreggono i candelabri (extant solummodo duo marmorei gradus ad candelabra), ma era privo della parte superiore, il ciborio, il quale venne fatto aggiungere solo nel 1852 dal parroco Domenico Stabilini. Nella chiesa vi erano solamente due cappelle laterali, poste ai lati della Cappella Maggiore: a sinistra, all’ingresso, quella dedicata alla Beata Vergine del Rosario, (ora cappella di San Giuseppe, con l’altare in marmo che è quello originale del 1730), e a destra la cappella intitolata a Sant’Eurosia. Queste due cappelle, sui cui angoli erano ricavate due nicchie con le statue dell’Ecce Homo (cappella di sinistra) e San Michele Arcangelo (cappella di destra), erano situate a ridosso della navata centrale, dalla quale sono state arretrate nel 1925 quando furono costruite le navate laterali. Sono invece rimaste nella loro posizione originale, inserite nelle colonne, le nicchie in marmo contenenti le statue. Queste statue nel basamento recano la croce a otto punte, stemma della casata Della Croce, e furono probabilmente donate da Odoardo II Della Croce, il quale si prodigò per la costruzione della chiesa. Quando morì, il 12 luglio 1719, ebbe sepoltura con tutti gli onori all’interno della chiesa: “…fu sepolto nella capella nova della Madonna, tra il Battisterio novo e l’Altare di Maria S.ma in questa Parrocchiale di S. Michele, di riedificare la quale et ampliarla fu esso Principale Promotore…”. La chiesa era dotata di cinque finestre, due erano poste sulla facciata le altre in ognuna delle cappelle. Il documento del 1753 descrive anche il portale: Si accede alla chiesa attraverso un’unica porta di forma arcuata ed allungata. È il portale centrale ad arco, raffigurante San Michele Arcangelo, tutt’oggi esistente. Il cardinale Pozzobonelli riferisce di un armadio in legno nel quale venivano riposte le Sacre Reliquie, rivestito all’interno di tela rossa e chiuso a chiave, recante sopra le ante la scritta Reliquiae Sanctorum. Questo armadio si trova ora collocato nella cappella del Crocifisso. Anche i confessionali erano quelli che vediamo ancora oggi: si trovavano ai lati della Cappella Maggiore ed erano ad uso dei Padri Serviti (ad usum R.R. P.P. Servitorum). Evidentemente i Padri Serviti, che risiedevano nel convento di Santa Maria dai primi anni del Cinquecento, confessavano nella chiesa parrocchiale. Il cimitero si trovava davanti alla chiesa, e, inserito nella facciata della chiesa sul lato destro, lato della attuale casa parrocchiale, si trovava l’ossario a forma di cappella.
Nella facciata della chiesa era murata una lapide che testimoniava la devozione dei magnaghesi a San Michele Arcangelo: “L’antica devozione della popolazione restituiva al Principe della Milizia Celeste, nell’anno di grazia 1739, questo tempio, temibile per gli inferi, asilo per gli abitanti, nuovo monumento di venerazione e speranza”.

La nuova chiesa venne benedetta il 29 settembre 1726 dal prevosto di Dairago Giò.Pietro Rossi:

1726 adì 29 settembre io suddetto Prevosto Rossi ho fatto la solenne Benedizione della Chiesa Parrocchiale nuova di Magnago, di questa medesima Pieve con licenza della predetta Curia.

1726 adì 29 settembre io suddetto Prevosto Rossi ho fatto la solenne Benedizione della Chiesa Parrocchiale nuova di Magnago, di questa medesima Pieve con licenza della predetta Curia.

Rileviamo una singolare coincidenza: giusto duecento anni dopo, nel 1926, avveniva la benedizione ufficiale dell’attuale chiesa, effettuata dal parroco don Francesco Checchi.

Antonio Rosa