Lettera di Natale 2016

Magnago,  4 novembre 2016

Carissimi,
a volte, quando al mattino  mi trovo in chiesa a pregare, penso a tutti coloro che vivono nella nostra parrocchia.
Alla mente mi si affaccino le varie situazioni di vita: i ragazzi che si stanno preparando per andare a scuola, le mamme che hanno iniziato la loro corsa giornaliera tra i tanti impegni e preoccupazioni;  i papà che stanno andando a lavorare; penso alle tante persone (giovani e adulti) che invece desiderano un lavoro, che faticano a trovarlo, e devono fare i conti con un certo scoraggiamento che rende più pesante la difficoltà economica.
Penso ai nonni con i nipoti da curare che a volte si sentono quasi inadeguati, perché non è così facile stare con i bambini o i ragazzi: in alcuni momenti non si sa come gestirli, parlano un linguaggio così diverso e quasi spaventa la distanza di abitudini e di cultura.
Penso ai malati che iniziano la giornata sperando di stare un po’ meglio e a coloro che cercano di non soccombere ad una sofferenza continuata.
Penso a qualche giovane coppia, che ha iniziato da poco la vita insieme, ai loro progetti, alla freschezza di un sentimento che si sta consolidando; ma anche a qualche coppia che invece vive le tensioni e il dolore di una relazione difficile o infranta.
Penso a quelle mamme stupite e contente del dono della vita che portano nel grembo.
E come non pensare agli immigrati presenti tra noi, con le loro difficoltà a comunicare, a capire, a trovare lavoro; con la delusione per progetti o aspettative di benessere che immaginavano, ma che non trovano.
E mi vengono in mente i volti dei ragazzi del catechismo, degli adolescenti e dei giovani che incontro: qualche immagine positiva, qualche pensiero un po’ preoccupato per le tante ombre che incombono sui ragazzi e sui giovani … Potrei continuare a immaginare situazioni e persone, ma poi mi fermo davanti al Tabernacolo, inizio la recita del Breviario e altre preghiere che rivolgo al Signore per tutta quella parte di chiesa e di umanità di questa parrocchia, delle sue vie, delle sue case.

La visita che in occasione del Natale noi sacerdoti facciamo alle famiglie con la benedizione delle case vuole essere un segno ed un desiderio di vicinanza e di condivisione.

Tra la crisi e le incertezze di questo nostro tempo, ancora sarà Natale. Guardiamo stupiti a questo evento, da tanti ormai visto con l’abitudine alle cose che si ripetono.
È Natale ancora perché Dio non si stanca mai di amarci, di parlarci, di indicarci la via; è Natale perché Dio che si è fatto Bambino non cessa mai di soffrire e di gioire con noi. Non si stanca di starci accanto e di chiamarci a costruire giorno per giorno con Lui la nostra esistenza; è Natale perché con Lui la vita non cade mai nel banale o nell’inutile; è Natale perché ci viene ancora annunciata la verità della salvezza offerta a tutti gli uomini.

In attesa di incontrarvi invoco su tutti la benedizione di Gesù.  Buon Natale!

Il vostro parroco Don Eugenio

 Mi aiuterà nella visita e nella benedizione delle case Padre Johntin, missionario in Tanzania, che ora si trova tra noi per farsi curare all’ospedale di Busto Arsizio.