Fuggire in Occidente

«Amo il vostro modo di vivere e per questo sono partito. I Paesi arabi sono immobili. Forse ora cambierà qualcosa, ma ci vorranno anni». Sono le dichiarazioni di un giovane tunisino appena sbarcato a Lampedusa, testimone degli eventi epocali che stanno radicalmente trasformando la sponda meridionale del Mediterraneo. Sta emergendo una generazione che non si identifica con le proposte dell’Islam fondamentalista e non esita a sfidare regimi autoritari e corrotti in nome di un desiderio di libertà e democrazia troppo a lungo umiliato.
Queste parole riportate da “Avvenire” nell’editoriale di Marco Impagliazzo del 1° Aprile 2011, sono finora state interpretate nel senso dell’accoglienza necessaria, doverosa verso l’ondata migratoria nordafricana, a questo punto non più motivata da ragioni di emergenza bellica, ma sostenuta da un desiderio di cambiamento ben più profondo e radicale. (E se quel giovane una qualche speranza l’avesse nutrita nei confronti dell’islam, allora perché sarebbe dovuto fuggire?) ….
Accoglienza necessaria, doverosa, si dice; ma se le parole del giovane tunisino riportate sopra hanno un senso, un altro orizzonte si apre ai nostri occhi: quello di società tragicamente inadeguate ad offrire ai propri cittadini una vita vivibile, pienamente umana. Di quale invidiabile “modo di vivere” parla il nostro giovane profugo? Del luccicante consumismo dell’Occidente, già mitizzato al tempo delle stracariche navi albanesi che attraversavano il Canale di Otranto?
O forse della libertà, dei valori che l’Occidente bene o male ha saputo tradurre in forme organizzate di convivenza, a partire dalla propria tradizione cristiana? E’ questa l’opportunità che si presenta all’Occidente già cristiano, e almeno alla Chiesa che in esso vive: saper testimoniare che la radice di una vita autenticamente, pienamente umana è la fede in Cristo, salvatore dell’uomo. Come ai tempi delle grandi migrazioni di popoli (“barbariche” venivano chiamate, ed incutevano terrore) nei secoli dell’Alto Medio Evo: questa è una sfida che non possiamo scansare.

Enrico Leonardi – Cultura Cattolica