Nell’agosto del 1941 il pittore Severino Bellotti portava a compimento il primo dei tre grandi dipinti che si trovano nella nostra chiesa: l’Abside. Approvato il bozzetto dalla Commissione Arte Sacra, il cardinale Schuster in persona suggeriva per questo dipinto “il trionfo di Cristo Re”.
In quest’opera, come scriveva il critico d’arte della Commissione Arte Sacra della Curia, «… le espressioni dei volti sono improntate al più schietto naturalismo e sono animate da profondo senso umano». Al centro del dipinto spicca la figura benedicente di Cristo Re, dall’espressione dolce e solenne ad un tempo, con la corona e lo scettro. In alto si trova il Padre, circondato da teste di cherubini, con le braccia aperte a porre la sua benedizione. Al centro di queste figure lo Spirito Santo con fattezze di una bianca Colomba. Nella scena il pittore ha ritratto, raccolti a corona attorno a Cristo Re, Santi e Vescovi lombardi, tra i quali: all’estrema sinistra, San Carlo Borromeo; con il bastone pastorale Sant’Ambrogio, patrono della Diocesi di Milano; dietro a Cristo Re vediamo raffigurata la Madonna. Inginocchiata davanti a Cristo Re è ritratta Sant’Eurosia, che sappiamo essere venerata da secoli a Magnago. Tutte le figure sono dipinte su nuvole sospese nel cielo. Osserviamo infine la nuvola sulla quale è assiso Cristo Re: essa si differenzia dalle altre, oltre che per il colore diverso, per la particolarità di assomigliare ad una grande mano (si vedono benissimo le cinque dita), a rappresentare la mano del Padre che offre al mondo il proprio Figlio.
Antonio Rosa